Quando uccise Benedita Dan colpendola alla testa e al volto con una pesante morsa da banco Leopoldo Scalici era in grado di intendere e di volere. A stabilirlo è stata la perizia psichiatrica, assegnata dal giudice Andrea Romito alla dottoressa Matilde Forghieri. Nell’esame medico, effettuato sul 41enne di Pavullo, sono state riscontrate alcune anomalie, probabilmente imputabili all’uso di droghe. Nonostante questo però sembra non abbiano inciso sulle capacità di intendere dell’uomo che subito dopo aver commesso l’omicidio si presentò spontaneamente dai Carabinieri, accompagnato dalla madre, per confessare le sue colpe. Il delitto risale al 7 aprile 2019. Il 41enne poche ore dopo il ritrovamento del cadavere confessò di avere ucciso la 40enne nigeriana colpendola alla testa e al volto con una pesante morsa da banco e durante l’interrogatorio di garanzia si era assunto ogni responsabilità. Alla base del terribile gesto una prestazione sessuale non soddisfacente. L’uomo avrebbe ammazzato la lucciola a causa di un litigio scoppiato dopo aver avuto un rapporto sessuale con lei. L’accusa nei confronti di Leopoldo Scalici è di omicidio volontario. Si tornerà in aula il prossimo 23 novembre per la discussione con rito abbreviato
OMICIDIO ALBARETO, LEOPOLDO SCALICI ERA IN GRADO DI INTENDERE E DI VOLERE
Leopoldo Scalici accusato dell’omicidio di Benedita Dan è stato dichiarato capace di intendere e di volere nel momento dell’efferato gesto. Lo ha stabilito la perizia psichiatrica, che ha riscontrato alcune anomalie imputabili all’uso di droghe che pare comunque non abbiano inciso sulla commissione del reato.