Sei ore di assemblea per disegnare una piccola rivoluzione. La travagliata estate del Carpi, dopo il passaggio di quote da Stefano Bonacini, ha vissuto ieri un giorno cruciale, quello in cui si è conclusa la breve era del presidente Simone Morelli. Dopo appena un mese e mezzo i soci gli hanno chiesto di fare un passo indietro, pur detenendo ancora il 9% delle quote, eleggendo al suo posto Matteo Mantovani. Un ribaltone guidato dal 91% della società, che non ha gradito la gestione di Morelli e di Banca Cerea, con i suoi uomini Lamanna e Soviero. Nel nuovo Carpi dunque Mantovani e Marcello Fantuzzi, che detengono il 30% con la Ncs, si sono alleati con Federico Marcellusi, socio di maggioranza relativa con la Vft al 31% che è anche il nuovo vince presidente. I tre sono anche i membri del rinnovato Cda, da cui è uscito Morelli. Compatti col resto del gruppo anche gli altri due soci, la Diemme Legno di Simone Marocchio al 10% e la Campolongo Holding al 20%. La ritrovata compattezza fra i soci è la chiave per sbloccare un mercato fermo da inizio settimana e per ridare al Carpi un po’ di credibilità anche fuori dal campo dopo un mese e mezzo di lotte intestine.