L’assessore regionale allo sviluppo Vincenzo Colla ha definito l’Emilia Romagna come un Freccia Rossa che dal 20 febbraio al 4 maggio è stato bloccato e messo forzatamente in garage mentre era lanciato. E’ questa la metafora usata per spiegare l’impatto del Covid sull’economia e sul mercato del lavoro della nostra regione, che per la prima volta dopo sei anni di crescita pressoché ininterrotta ha risentito, come ovvio, dell’emergenza, ma che oggi dà netti segnali di risveglio. Un dato emerge su tutti: a maggio, con il progressivo riavvio dell’attività economica, le assunzioni complessive hanno registrato un aumento del 40,4% rispetto al mese precedente, soprattutto nell’industria, dove sono risalite al 70,4% del livello registrato a febbraio. Non certo un recupero pieno, ma una inversione di tendenza rispetto al minimo storico registrato ad aprile, in pieno fermo da Covid-19, quando le assunzioni rispetto allo stesso mese del 2019 avevano fatto segnare un -68%. Secondo Colla “è fondamentale far ripartire subito il mercato interno sbloccando anche le opere pubbliche e risolvendo il tema della concessione autostradale. Il decreto semplificazione sarà fondamentale per rilanciare gli investimenti degli Enti locali e raccogliere il rimbalzo positivo atteso per il 2021”. Il sistema degli ammortizzatori sociali è servito a evitare il crack dell’economia: tra gennaio e maggio 2020, in Emilia-Romagna, il numero di ore di cassa integrazione guadagni e di Fondi di solidarietà autorizzati da Inps è stato pari a 183 milioni. In relazione all’indennità di 600 euro introdotta dal Decreto Cura Italia in favore di alcune tipologie di lavoratori autonomi secondo i dati dell’INPS, al 22 maggio in Emilia-Romagna erano state accolte circa 330.000 domande di sussidio.