Sono conseguenze molto pesanti quelle che porteranno la pandemia e il fermo produttivo per le misure di contenimento del virus da Covid-19 sull’economia della nostra regione. Al punto che la fase di contenuta recessione industriale registrata nel 2019 si sta progressivamente trasformando nella più profonda caduta della produzione mai sperimentata. È quanto emerge dall’indagine congiunturale sul primo trimestre 2020 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo, che fotografa solo i primi tre mesi dell’anno in cui sono evidenti i segnali di drastico calo per produzione, fatturato e ordini. I dati sono indice di una tendenza già molto negativa, destinata a essere fortemente accentuata nelle prossime rilevazioni. Il rallentamento più netto riguarda la dinamica produttiva delle piccole e medie imprese dell’industria che si riduce del 10,4 % rispetto all’analogo periodo del 2019, trasformando il calo del trimestre precedente (-1,5 per cento), in un crollo. Così è anche per il valore delle vendite (-10,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019), mentre il fatturato estero ha mostrato una migliore tenuta e ha contenuto la correzione (-4,8 per cento).
L’attività è in arretramento in tutti i settori. Anche l’industria alimentare ha fatto segnare un passo indietro, anche se contenuto (-2,8% di fatturato). La recessione è accentuata per il sistema moda che registra un crollo del fatturato (-17,9 per cento), in difficoltà anche l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche (-12,1%). Sulla base dei dati del Registro delle imprese, nel primo trimestre del 2020, le attive dell’industria ha avuto una diminuzione corrispondente a 704 imprese rispetto all’anno precedente, con un -1,6%.