Nonostante siano trascorsi 76 anni quella dell’eccidio nazista al poligono di tiro di Cibeno di Carpi, quando il 12 luglio del 1944 vennero trucidati 67 internati politici del campo di deportazione di Fossoli, è una ferita che non si può rimarginare. La commemorazione avvenuta ieri mattina ha rinnovato il dolore e riattivato la memoria, sostenuta dalle parole del governatore emiliano romagnolo Stefano Bonaccini e del sindaco di Carpi Alberto Bellelli. Durante la cerimonia Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli, ha annunciato la realizzazione del “Memoriale degli arrivi e delle partenze” nei pressi della stazione ferroviaria di Carpi. Il progetto è stato affidato all’architetto Renzo Piano, che trasformerà un edificio di proprietà del Comune in un vero e proprio memoriale, da completare entro fine 2020. Nascerebbe così il quarto luogo della memoria carpigiano, dopo il Campo di Fossoli, il Museo Monumento al Deportato e la Sinagoga. Come sempre molto toccante, la cerimonia ha visto il sindaco Bellelli scandire uno a uno i nomi dei 67 martiri trucidati dalla follia nazista. Fra le autorità presenti anche il prefetto di Modena Pierluigi Faloni e l’onorevole Emanuele Fiano, che ha confermato il suo appoggio alla richiesta di risarcimento alla Germania da parte dei famigliari delle vittime. Tanti erano presenti anche ieri mattina, assieme a don Carlo Gasperi, parroco di Sant’Agata di Cibeno.

Costruito nel 1942 dal Regio Esercito per imprigionare i militari nemici, nel dicembre del 1943, il campo di Fossoli fu trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in Campo di prigionia e dal marzo del 1944 divenne Campo poliziesco e di transito, utilizzato dalle SS tedesche come anticamera dei lager nazisti.