I test sierologici se effettuati nei primi giorni di malattia risultano inefficaci. Lo rivela uno studio condotto da ricercatori Unimore e dell’Università di Glasgov, pubblicato sulla rivista internazionale inglese Rbmo Journal. Lo sviluppo di anticorpi al Covid-19 si manifesta nei soggetti venuti a contatto col virus solo dopo il quinto giorno. Quindi i test sierologici, se effettuati in questo lasso di tempo, hanno una performance che non permette di identificare in modo preciso i pazienti affetti nei primi giorni di malattia. I ricercatori dell’università di Modena e Reggio Emilia coordinati dal Prof. Antonio La Marca del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, insieme a medici di varie strutture ospedaliere e di colleghi scozzesi , hanno portato avanti quella che si presenta come la piu’ estensiva ricerca della letteratura ad oggi prodotta sulla sierologia per la diagnosi del Covid-19 ed hanno constatato che la sieropositività è ancora bassa nella maggior parte delle nazioni del mondo, per l’Italia abbiamo i dati pubblicati di Padova e Bari che sono del 5.25% e 1.5% rispettivamente. Certamente spiega La Marca hanno un ruolo in associazione ai tamponi perché permettono di aumentare la capacità di identificare quei soggetti affetti che per svariate ragioni sono risultati negativi al tampone.
STUDIO UNIMORE. TEST SIEROLOGICI INEFFICACI NEI PRIMI GIORNI DI MALATTIA
Uno studio condotto da ricercatori modenesi ha constatato l’inefficacia dei test sierologici nei primi giorni di malattia. Lo studio è stato pubblicato su una rivista internazionale inglese