Hanno parlato davanti al giudice Paola Moscaroli presso il tribunale di Ancona i sei imputati responsabili della strage di Corinaldo, avvenuta presso la discoteca Lanterna Azzurra nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, che provocò la morte di una giovane mamma e di cinque ragazzi minorenni. I ragazzi della così detta “banda delle collanine”, originaria della provincia modenese, sono stati arrestati il 2 agosto scorso e a quasi un anno dalla loro cattura emergono nuovi scenari. Stando al racconto degli accusati le auto con cui si erano diretti alla discoteca potrebbero essere state tre e non due: nella prima c’erano Mormone, Di Puorto, Amouiyah e il giovane morto durante le indagini, nella seconda Cavallari, Akari e altri due ragazzi, uno sarebbe stato solo pagato per fare l’autista, mentre l’altro avrebbe partecipato attivamente ai colpi. Infine una terza auto, dentro la quale c’erano Haddada, in compagnia di un terzo e un quarto componente della banda. Se le dichiarazioni fossero provate, i componenti della banda sarebbero dieci e non sei. I responsabili restano accusati di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere, lesioni personali e una quarantina di rapine e furti con strappo commessi in varie discoteche d’Italia, sempre con l’uso dello spray urticante per generare confusione. Prossima udienza fissata al 25 giugno, quando sono previste le richieste della Procura.