Nel video l’intervista a Pierluigi Faloni, Prefetto di Modena
Fu una domenica quella dell’8 marzo al Sant’Anna che, all’alba dell’emergenza Covid, contribuì a scuotere la nostra città. Quasi tre mesi fa nella rivolta che mise a ferro e fuoco il carcere di Modena, persero la vita 9 detenuti. Ieri il caso è finito anche in consiglio comunale, dove è stata sottolineata nuovamente la necessità di provvedere al problema del sovraffollamento e della sicurezza interna alla casa circondariale. La rivolta, partita da un gruppo di detenuti e mossa dalle preoccupazioni del contagio e dalle limitazioni imposte alle visite dei parenti, ha prodotto un bilancio gravissimo in termini di vite umane e di danni materiali, con il risultato di una struttura quasi interamente inagibile. Il governo stanziò 20 milioni di euro per ripristinare le carceri coinvolte nelle rivolte che scoppiarono in numerose città italiane, facendo arrivare al Sant’Anna circa 3,5 milioni. Ad oggi la ricostruzione del carcere, ha spiegato il Prefetto Pierluigi Faloni, avanza con un doppio obiettivo: quello di tornare all’efficienza precedente e quello di garantire la sicurezza anti-contagio tra detenuti e operatori