La cosiddetta “tassa Covid”, un sovrapprezzo in percentuale applicato da alcuni parrucchieri ed estetisti, è il boccone più indigesto che i modenesi hanno dovuto mandare giù in questa prima fase di riaperture. E’ Federconsumatori a segnalarlo in una sorta di “pagellone” di negozi e professionisti, redatto in base alle segnalazioni ricevute in queste prime settimane di fase-2. Poche per ora le segnalazioni arrivate su eventuali incrementi di prezzo di caffè, cappuccini e cornetti nei bar. Per quanto riguarda invece i ristoranti si riscontrano anche listini ritoccati aggiungendo un euro per piatto, in particolare nelle pizzerie. Si tratterebbe di incrementi nell’ordine del 10-20%, in un contesto in cui comunque i prezzi a Modena nella ristorazione sono già oggi tra i più alti in Italia. Se dunque i ristoratori sono rimandati, su parrucchieri ed estetisti risultano tante le segnalazioni e le proteste. In molti, spiega l’associazione, hanno deciso incrementi di prezzo, anche attraverso una sorta di “tassa Covid” che va da un euro a sette euro e che sarebbe legata ai maggiori costi sostenuti per la sicurezza e le protezioni. Fortunatamente, c’è anche chi ha deciso di mantenere i listini precedenti. Per quanto riguarda invece le catene dentistiche, spunta un incremento dei preventivi già sottoscritti aggiungendo da 4 a 10 euro a seduta come contributo ai costi sostenuti per la sicurezza e la sanificazione degli ambienti. In particolare, si segnala in un caso l’obbligo di acquisto di un ‘kit per la sicurezza’, con materiali non necessari, e in ogni caso “non si tratta di cifre simboliche: per una pulizia dentale il costo del contributo si attesta attorno al 15%. Ma, è bene specificarlo, che non ci sono segnalazioni su comportamenti simili da parte di studi dentistici.
DOPO LE RIAPERTURE. FEDERCONSUMATORI: “OCCHIO ALLA TASSA COVID”
A qualche settimana dalle prime riaperture Federconsumatori Modena fa il punto su rincari e anomalie riscontrate in negozi e professionisti, in base alle segnalazioni pervenute. E mette in guardia sulla cosiddetta “tassa Covid”