La Lega Pro dovrà ricominciare. L’ordine arrivato ieri da via Allegri ha colto in contropiede la maggior parte delle società di C, compreso Modena e Carpi, che avevano votato compatte nell’assemblea di Lega Pro per chiudere anzitempo la stagione, con 52 presidente sui 59 presenti concordi sull’impossibilità di riprendere il campionato. E invece dal 20 giugno il carrozzone dovrebbe ripartire, anche se i punti interrogativi sono molti di più rispetto alle certezze. In primis c’è quello dei costi per seguire i protocolli, con una cifra che si avvicina ai 7mila euro giornalieri per tamponi e test obbligatori che la maggior parte delle società non può sostenere, visto anche che si giocherà a porte chiuse fino a data da destinarsi. E accanto a questo dato c’è il parere negativo di 60 medici su 60 delle società di Lega Pro, che hanno più volte dichiarato come sia impossibile tornare in campo. Il terzo nodo è quello dei due mesi supplementari di stagione, luglio e agosto, che vorrebbero dire altri esborsi per gli stipendi di staff e giocatori. E poi c’è problema della durata della stagione: la Figc ha ordinato che il campionato va ripreso dalla regular season, quindi 11 giornate più recuperi e un mese di playoff. Ma alla fine potrebbe ordinare di giocare solo playoff e playout ridotti, con format e partecipazioni su base economica (chi spende per fare i tamponi c’è, gli altri rinunciano) su cui sono già pronti i ricorsi. Anche per questo sta prendendo corpo l’ipotesi fra i presidenti di dichiarare lo sciopero e non giocare più. Per ora Modena e Carpi prendono tempo e non hanno ancora deciso se e come tornare in campo per eventuali allenamenti.
I DUBBI DELLA LEGA PRO. RIPARTENZA FORZATA: MODENA E CARPI SI INTERROGANO
La ripartenza forzata della Lega Pro ordinata dalla Figc dal 20 giugno lascia aperti molti dubbi per Modena e Carpi: dai protocolli sanitari inapplicabili alla lunga inattività dei giocatori. E fra i presidenti prende corpo l’idea di uno sciopero.