Sono ripartiti nove dei dodici cantieri comunali sospesi a Carpi a causa dell’emergenza Covid-19: « Ed entro giugno – spiega l’assessore ai lavori pubblici Marco Truzzi – dovrebbero riprendere anche gli ultimi tre. »
I “cantieri” riaperti sono i seguenti: Torrione degli Spagnoli, Palazzo dei Pio, “Care residence”, due di segnaletica stradale orizzontale, manutenzione del verde nelle scuole, manutenzione CRA “Il Carpine“, due di arredo ludico dei parchi.
« A eccezione della manutenzione del verde – prosegue Truzzi – è più critica la situazione dei cantieri che sarebbero dovuti iniziare da marzo in poi, ma che non è ancora stato possibile avviare: sei in tutto.»
Sono la nuova ciclabile a Cibeno, la ristrutturazione della ciclabile di via Nuova Ponente, l’intervento nell’ex-scuola di S. Marino per i danni del sisma, i nuovi arredi ludici nei parchi, e le manutenzioni straordinarie di immobili e di immobili vincolati.
« In questi mesi – sottolinea l’assessore – gli uffici tecnici dei lavori pubblici e del patrimonio storico-artistico (restauro), dopo l’attività di riorganizzazione si sono concentrati sulle progettazioni conseguenti l’approvazione del Piano di investimenti avvenuta a inizio aprile. Ma al momento non è ancora possibile valutare i ritardi, imputabili alla pandemia, che risulteranno nella realizzazione delle opere, perché gran parte del mondo lavorativo ha subito uno stravolgimento dei modelli organizzativi per tutelare la salute dei dipendenti, riducendo il numero di lavoratori in presenza e convertendosi dove possibile al lavoro agile. »
Una situazione in continua evoluzione, dove la volontà delle imprese di ripartire nei cantieri esistenti deve fari i conti con la necessità di una filiera in grado di garantire forniture e di servizi disponibili sul territorio (alberghi, ristoranti, ecc.).
Conclude Marco Truzzi: « I desideri dei cittadini sono quelli degli amministratori, cioè vedere tradursi sulla città le aspettative raccolte in una campagna elettorale che ha chiesto grandi cambiamenti sul territorio. Oggi quei desideri, che si sono in parte tradotti in un “Piano d’investimenti” triennale da 60 milioni, diventano ancora più urgenti perché devono trasformarsi in opere per rilanciare le imprese, le filiere, le attività locali, alberghi, ristorazione quindi l’economia delle famiglie. »