Le richieste avanzate da Confagricoltura riguardo il risarcimento dei danni provocati dalla cimice asiatica sono state accolte. il Ministero dell’Agricoltura, sulla base delle istanze presentate dalla Regione, ha concesso lo stato di calamità all’intero territorio emiliano-romagnolo per i danni alle colture provocati dall’insetto non autoctono che imperversa nelle campagne. Quella di Confagricoltura è però una soddisfazione parziale. Le risorse messe a disposizione dal Fondo di Solidarietà Nazionale, finanziato con 80 milioni di euro nell’ultima legge di bilancio, non sono infatti sufficienti, secondo l’associazione, per far fronte al totale indennizzo dei danni, che in Emilia-Romagna ammontano a oltre 250 milioni di euro. Preoccupano inoltre le scadenze relative alla presentazione delle domande di intervento che dovranno pervenire alla Regione entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto. Secondo Confagricoltura serve una deroga perché rispettare i tempi nel pieno della pandemia globale risulta impossibile. I frutticoltori emiliano-romagnoli stanno facendo i conti anche con le criticità sopraggiunte con il Coronavirus che potrebbe causare un eventuale blocco delle merci, la mancanza di manodopera e la flessione dell’export made in Italy.
CIMICE ASIATICA, ACCOLTA LA RICHIESTA DI STATO DI CALAMITA’
Confagricoltura esprime soddisfazione per il riconoscimento dello stato di calamità riguardo i danni della cimice asiatica effettuato dal Ministero dell’Agricoltura, ma fa notare che l’indennizzo dei danni è insufficiente e chiede una deroga per le richieste di risarcimento