Richiesta di archiviazione per il responsabile dell’associazione che ha in gestione la piscina dei vigili del fuoco sia di un tecnico della struttura stessa, indagati con l’ipotesi di omicidio colposo, e trasferimento del fascicolo alla procura di Reggio Emilia per l’indagine ancora aperta nei confronti del medico, ora unico indagato, che prescrisse il certificato medico. Queste le conclusioni alle quali è giunta la procura di Modena al termine delle indagini sulla morte nell’agosto del 2017 del nuotatore di Reggio Emilia Mattia dall’Aglio, decide  morto ad inizio dell’agosto mentre si allenava in una sala adibita a palestra del complesso comando dei vigili del fuoco di via Formigina. Indagini dalle quale emerse che il giovane soffriva di aritmie derivate da una patologia cardiaca congenita, che ne avrebbe causato il decesso. Una conclusione che non scioglieva però i quesiti sollevati dai legali dei parenti di Dall’Aglio: esami più specifici avrebbero potuto salvarlo? Nel lasso di tempo trascorso da quanto Dall’Aglio ha avuto il malore a quando il corpo è stato rinvenuto, qualcuno, intervenendo, avrebbe potuto evitare il decesso. Per questo gli avvocati dei parenti presentarono memoria in procura con la richiesta di approfondire gli accertamenti per risolvere quei quesiti ancora aperti. Sul fronte delle responsabilità di tecnici e gestori dell’impianto è arrivata la richiesta di archiviazione. Rimane indagato il medico ma a questo punto sarà la procura di reggio emilia a procedere