Nel video le interviste a:

-Daniela Dondi, Deputata Fratelli d’Italia

-Stefania Gasparini, Vice sindaca Carpi e sostenitrice Elly Schlein

Non chiamatela Festa. Non è solo il momento delle mimose. Oggi è la Giornata Internazionale dei diritti della donna. Un momento per riflettere su oltre un secolo di lotte combattute per far ascoltare la propria voce e per smontare quei dogmi patriarcali che le volevano solo madri e mogli. E solo madri e mogli sono state per anni, le donne, prima che riuscissero a ritagliarsi ruoli paritari rispetto agli uomini. Ma la strada è ancora lunga per l’uguaglianza, e alcuni soffitti di cristallo storici nel nostro Paese sono stati infranti di recente. Solo lo scorso ottobre l’Italia ha visto il giuramento di una donna, Giorgia Meloni, nel ruolo di Presidente del Consiglio. La prima volta nella storia del nostro Paese. Un esempio, dice Daniela Dondi, deputata, anche lei donna, eletta a Modena.

Meno di due settimane fa Elly Schlein, un’altra donna, sempre per la prima volta è divenuta leader del principale partito di centro sinistra, il Partito Democratico. Una rivoluzione, l’ha definita la vice sindaca di Carpi Stefania Gasparini, voce di spicco del territorio che ha sostenuto la giovane segretaria

Conquiste femminili appena ottenute anche nella Giustizia: è Margherita Cassano la prima donna a diventare presidente della Corte di cassazione, la carica più alta nella magistratura. Le magistrate donne sono tante, ha detto lei stessa, ma poche sono ai vertici. Lo stesso si può dire per tante altre istituzioni, occupazioni. Le donne ci sono, ma sono trattate spesso, troppo spesso, in modo diverso. Per questo la dicitura corretta dell’8 marzo è “Giornata Internazionale della Donna” e non festa. La festa ci sarà quando la parità sarà veramente conquistata.