Il celebre detto “L’Epifania tutte le feste si porta via” nasconde un’origine religiosa, spesso trascurata, della festa del 6 gennaio. Epifania, infatti, significa “manifestazione” e “apparizione”, ovvero la triplice manifestazione di Gesù: come Dio, come uomo e come autore di miracoli. Oggi si ricorda l’adorazione dei tre Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, che nel Vangelo non vengono presentati come Re, ma uomini saggi provenienti dall’Oriente. I Magi portarono i loro doni – oro, incenso e mirra – a Gesù Bambino, arrivando nella capanna di Betlemme seguendo la luce della Stella Cometa. La leggenda racconta che, durante il loro viaggio, i Re Magi chiesero ospitalità ad un’anziana donna, che non volle però accoglierli, per poi pentirsi una volta conosciuto il motivo del loro viaggio. Quindi, la vecchietta si decise a raggiungere i Magi, per portare anch’essa un dono a Gesù Bambino. Per questo si dice che la Befana – personaggio chiave del 6 gennaio dei giorni nostri – vaghi di notte, per le case, lasciando regali ai bambini, sperando che uno di loro sia proprio Gesù. La tradizione della calza si racconta che prenda origine, addirittura, da Numa Pompilio, uno dei sette Re di Roma, che durante il periodo del solstizio d’inverno aveva l’abitudine di appendere una calza in una grotta, per ricevere doni e buoni consigli da una ninfa. La tradizione si è poi tramandata nei secoli e continua in tanti paesi del mondo. Ma, comunque sia la leggenda, l’importante è che dentro alla calza – per grandi e piccini – ci siano molti regali dolci e poco carbone.