Nel video, l’intervista a Franco Piacentini, presidente Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada
La prima ad aggiudicarsi l’appellativo di prima città 30 italiana è Bologna. Modena si sta preparando ad aumentare il numero di vie con questo limite; sulla stessa scia è partita Vignola, che in via sperimentale lo ha istituito tra via modenese e in via per Spilamberto, e tra via Caselline e viale Vittorio Veneto. Il 24 febbraio si terrà una riunione per fare il punto sui risultati ottenuti in questa fase sperimentale. Sotto la Ghirlandina Cittanova diventerà a breve zona 30. In generale, entro sei anni saranno 118 i chilometri di strada con il nuovo limite. Ma quanto è utile questo abbassamento per ridurre l’incidentalità?
Secondo uno studio italiano, un pedone ha il 90% di probabilità di morire se investito da un’auto che va ai 50 all’ora. La probabilità passa allo 0-5% se la vettura fa i 30. Un cambiamento importante dovuto all’energia cinetica che si sprigiona in caso di impatto.
L’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada, che da tempo si batte per avere zero morti e feriti sulle strade è convinta che le città 30 favoriranno in primis la sicurezza di pedoni, ciclisti e motociclisti. Ma il percorso non sarà semplice.