Nel video l’intervista a:
– Sara Accorsi, Biblioteca Diocesana Ferrini & Muratori
– Grazia De Rubeis, Direttrice Biblioteca Estense Universitaria
Nel mezzo del cammin del Dantedì, ci ritrovammo a celebrar il Sommo Poeta fiorentin, nel giorno che sancì, l’avvio del suo più noto viaggio. Era il 25 marzo quando, secondo i principali studiosi danteschi, Dante Alighieri iniziò il suo famoso itinerario tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. La prima edizione della sua opera più conosciuta risale al 1321 e Dante l’aveva intitolata “Comedia”. L’aggettivo «Divina» le fu attribuito dal Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante, scritto fra il 1357 e il 1362 e stampato nel 1477. Ma è nell’edizione giolitina, a cura di Ludovico Dolce e stampata da Gabriele Giolito de’ Ferrari nel 1555, che la Commedia di Dante viene per la prima volta intitolata come da allora fu sempre conosciuta, ovvero “La Divina Comedia”. Nell’anno in cui si ricorda il Sommo Peota a sette secoli dalla sua morte, anche Modena vuole commemorare colui che inventò di fatto l’italiano, decidendo di non scrivere la Divina Commedia in latino ma in volgo, la lingua della classe popolare fiorentina. Testimonianze di Dante che ritroviamo nella Biblioteca Diocesana, in cui vengono custoditi volumi e opere anche minori del celebre genio fiorentino. Ma se “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza’” ecco che la “canoscenza” dantesca si arricchisce di un altro volume prezioso conservato presso la Biblioteca Estense. Il manoscritto è noto come Dante Estense, datato tra fine XIV e inizio XV secolo, ed è unico perché decorato e miniato in ogni sua pagina: il miniatore ha rappresentato sui margini superiori di ogni pagina l’intero ciclo narrativo della Divina Commedia, abbinando le immagini ai corrispondenti versi danteschi. Nel tempo della pandemia, partendo, dall’Inferno causato dal Covid, i versi di Dante Alighieri diventano più che mai attuali sperando presto di poter ripetere l’ultimo verso, il 139, del canto XXXIV dell’Inferno: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.