Continuano le indagini per risalire agli autori dell’omicidio di una giovane ragazza trovata carbonizzata, lunedì sera, vicino ai laghetti Vivinatura di San Donnino. Per il rogo sarebbero stati utilizzati copertoni d’auto e cassette da frutta
Copertoni d’auto, libri e legna ricavata da alcune cassette da frutta: sarebbe questo il materiale utilizzato da chi ha dato alle fiamme la donna ritrovata carbonizzata lunedì sera nei pressi dei laghetti Vivinatura di San Donnino. Le indagini, condotte dal Pm Lucia Musti, hanno portato alla luce quello che, con ogni probabilità, è stato il materiale utilizzato da coloro che ancora oggi risultano ignoti ma indagati per omicidio aggravato dalla crudeltà. Restano i dubbi e non solo sugli autori. L’area, solitamente utilizzata per incontri promiscui, è stata il luogo del delitto o semplicemente una zona, evidentemente conosciuta dall’assassino, in cui è stato più semplice liberarsi del corpo? Sono questi gli interrogativi a cui la Procura sta cercando di dare risposta. Il materiale utilizzato per il rogo, infatti, sarebbe stato da tempo disponibile sul corpo: i copertoni, ad esempio, erano impilati uno sull’altro a formare una sorta di cestino per l’immondizia. Dei quattro che componevano la struttura oggi ne resta solo uno, gli altri tre sarebbero stati utilizzati per alimentare le fiamme accese sfruttando la carta dei libri e la legna secca delle cassette da frutta, magari con l’aiuto del liquido infiammabile contenuto all’interno di una bombola abbandonata, trovata accanto ai resti del cadavere, anche se ancora non è chiaro se fosse li da tempo o se sia stata portata apposta. Secondo le prime analisi della scientifica non esistono tracce di vestiti, o teli: il corpo è sicuramente stato bruciato nudo e gli indumenti della ragazza gettati chissà dove. Oggi sarà conferito l’incarico al medico legale che curerà l’autopsia sui resti della donna le cui generalità, ancora oggi, rimangono ignote.