Mario Ventura, il viceprefetto e capo di gabinetto, ma anche la famiglia Bianchini, sono tra i nomi nella richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna nell’ambito del processo Aemilia. A vario titolo sono imputati di reati con l’aggravante mafiosa
La Direzione distrettuale Antimafia ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per undici persone, tra cui il viceprefetto e capo di gabinetto Mario Ventura, che nella ricostruzione aveva il compito di coordinare le riunioni del Gruppo Interforze per prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose, ma anche il collega Daniele Lambertucci dipendente della Prefettura di Modena, il funzionario dell’agenzia delle Dogane di Campogalliano Giuseppe Marco De Stavola, e l’imprenditore di San Felice Augusto Bianchini e tutta la sua famiglia. Questi alcuni dei nomi imputati a vario titolo di reati: dal favoreggiamento, alla rivelazione di segreti d’ufficio e tutti con l’aggravante mafiosa. Inoltre gli imputati sono considerati complici dell’ex senatore Carlo Giovanardi, all’epoca dei fatti membro della Commissione antimafia del Parlamento Italiano, anch’esso indagato. Ventura è imputato di avere passato informazioni che dovevano restare segrete all’ex senatore Giovanardi. Il quale poi nella ipotesi dei magistrati le avrebbe usate per favorire i Bianchini. L’accusa nei confronti del viceprefetto è anche quella di presunte minacce ai carabinieri per favorire le aziende infiltrate.